Leopardi Giacomo

 

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Giacomo Leopardi
(1798 - 1837)

Giacomo Leopardi nacque a Recanati (nelle Marche) nel 1798 da una famiglia nobile. Cagionevole di salute, ebbe un'educazione molto rigida da cui riuscì ad evadere soltanto attraverso gli studi compiuti nella grande biblioteca paterna. Crescendo divenne sempre più insofferente verso i luoghi dove viveva. Per questo tentò di allontanarsi, prima andando a Roma e poi, nel 1825, viaggiando attraverso l'Italia, ma in entrambi questi casi dovette ritornare a Recanati soprattutto per ragioni di salute. Qui visse un periodo di grande disperazione, fino al 1830 quando lasciò per sempre la sua città natale. Visse in seguito a Firenze e a Napoli, dove morì nel 1837.

Nella sua grande produzione sono da ricordare “Lo Zibaldone”, una sorta di diario in cui Leopardi narra il dramma dell'uomo moderno: egli è vittima della ragione che, smascherando le illusioni, lo condanna all'infelicità. In quasi tutte le sue poesie la natura offre uno spunto per riflettere sulla condizione umana: l'uomo è un essere infelice, non ha nulla in cui sperare perchè la vita immancabilmente delude tutti i sogni e le aspettative che si avevano in giovinezza; è questà l'età che viene considerata da Leopardi l'unica età felice dell'uomo. Come dimostrato da molte delle pagine della sua opera Zibaldone, Leopardi arriva al cosiddetto pessimismo cosmico.
L'infelicità fa parte della vita dell'uomo, che quindi è destinato a soffrire per tuttala vita. La natura è colpevole dei mali dell’uomo, lo persegue e alimenta la sua sofferenza.

 

Poesie di Giacomo Leopardi:

L'Infinito

La ginestra

Il sabato del villaggio



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