Si possono usare due modi diversi per riportare le parole di chi parla: il discorso diretto o il discorso indiretto.
Ad esempio:
Lorenzo ha detto: “Vado a dormire”
Lorenzo ha detto che andava a dormire.
IL DISCORSO DIRETTO
Riporta direttamente le parole di chi parla, nello stesso modo in cui sono state pronunciate. Le parole vengono racchiuse tra virgolette alte “ ” o basse « », mentre i due punti : precedono sempre l’apertura delle virgolette.
Ad esempio:
Marco disse: «Ho fame»
Marco disse: “Ho fame”
Talvolta, invece che con le virgolette, l’inizio del discorso è segnalato da una lineetta, posta subito dopo i due punti.
Ad esempio:
Marco disse: - Ho fame.
Nel discorso diretto, chi racconta che cosa ha detto un’altra persona, introduce direttamente la voce della persona in questione. Chi racconta, dunque, si pone nella posizione di semplice testimone.
IL DISCORSO INDIRETTO
Con il discorso indiretto, si riportano le parole altrui facendole riferire da qualcun altro, ad esempio un narratore, che non cita esattamente le parole pronunciate dal locutore, ma le riformula, inserendole nel proprio discorso o nella propria narrazione.
Non si usano quindi né i due punti né le virgolette: le parole che si vogliono riferire vengono fatte dipendere da verbi come dire, domandare, rispondere, ecc.
Ad esempio:
Marco disse che aveva fame.
DAL DISCORSO DIRETTO AL DISCORSO INDIRETTO
Il passaggio dal discorso diretto a quello indiretto è sempre possibile e avviene secondo precisi meccanismi. I cambiamenti che intervengono sono dovuti al passaggio del discorso diretto dalla condizione di preposizione indipendente a proposizione subordinata: in questo modo si modificano il soggetto e il suo punto di vista.
- Cadono i due punti e le virgolette che introducono il discorso diretto. La proposizione, da indipendente, diventa subordinata.
Maria dice: «Sono stanca». → Maria dice che è stanca.
- I pronomi personali, i pronomi e gli aggettivi possessivi di prima e seconda persona diventano di terza persona.
Maria disse: «Io intanto vado, vi aspetto davanti a casa mia».
→ Maria disse che intanto lei andava e che li aspettava davanti a casa sua.
- Se il verbo che introduce il discorso indiretto è al presente, al passato prossimo o al futuro, i modi e i tempi della subordinata rimangono gli stessi del discorso diretto.
Maria dice: «Ho ragione». → Maria dice che ha ragione.
- Se il verbo che regge il discorso indiretto è al passato, si osservano nella subordinata i seguenti cambiamenti:
1. il presente indicativo diventa, a seconda dei casi, indicativo imperfetto o congiuntivo imperfetto.
Maria disse: «Sono stanca». → Maria disse che era stanca.
Maria chiese al ragazzo: «Come ti chiami?». → Maria chiese al ragazzo come si chiamasse.
2. il passato prossimo e il passato remoto diventano trapassati prossimi.
Maria disse: «Ho ragione». → Maria disse che aveva ragione.
3. l'’indicativo futuro diventa condizionale passato.
Maria rispose: «Non ti deluderò più». → Maria rispose che non l’avrebbe più deluso.
4. l’imperativo diventa congiuntivo imperfetto.
Maria ordinò: «Andate! ». → Maria ordinò che se ne andassero.
- Quando c’è identità tra il soggetto della reggente e quello della subordinata, il discorso indiretto può essere espresso anche in forma implicita, con la preposizione di seguita dall’infinito presente, per indicare un fatto contemporaneo, o dall’infinito passato, per indicare un fatto anteriore a quello espresso nella reggente.
Maria dice: «Sono stanca». → Maria dice di essere stanca.
Maria dice: «Ho sbagliato». → Maria dice di avere sbagliato.
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