Bologna

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Bologna, tra torri e portici

 

Briosa, suadente, colta, spensierata, vitale, tradizionale e al contempo innovativa. È Bologna, raccolta ai piedi di due torri, con un tessuto medievale e palazzi rinascimentali, una città di giardini nascosti in cui le strade antiche sono attraversate da invisibili vie telematiche.



A Bologna non c’è la copiosità di monumenti di fama mondiale come a Roma o Firenze, è vero, eppure la città è uno scrigno d’arte con una peculiarità che la rende emblematica agli occhi degli italiani e del mondo intero: i portici. In nessun altro luogo del pianeta, infatti, esiste una città che abbia così tanti portici come Bologna, una parata di circa quaranta chilometri di portici che sfilano nella città e che ne rappresentano la filosofia, ovvero un luogo per passeggiare e relazionarsi. Il più famoso? Il portico del Pavaglione, nei pressi di piazza Maggiore, sotto il quale, un tempo, si vendevano bozzoli di seta. Sempre in tema di guinness, Bologna vanta la più antica università europea: secondo alcuni storici l'anno di fondazione è il 1088. Circa un secolo dopo, nel 1200, il comune di Bologna decise di erigere un palazzo comunale – che sorse dove si trova oggi il palazzo del Podestà – e contemporaneamente stabilì di aprire davanti al palazzo una grande piazza quadrangolare, la piazza Nuova, denominata successivamente piazza Maggiore, oggi celebre per la Fontana del Nettuno.

Il Rinascimento vede il trionfo delle arti in tutto il Belpaese e la grintosa città emiliana avvince il continente europeo con i suoi artisti più famosi: Ludovico Carracci, Guido Reni e il Guercino, uno dei più originali maestri del rinnovamento dei chiaroscuri. Le caratteristiche estetiche che modellarono il tessuto urbanistico bolognese durante il Barocco costituiscono le basi dell’attuale “Rossa”, uno dei nomignoli della città, regalatole in virtù della qualità di terriccio presente nel sottosuolo. Rosso, appunto. Come “rossastro” è il colore delle case e dei tetti della città o di alcuni importanti portici. E a proposito di star, il simbolo della città - che peraltro contava nel Medioevo circa una settantina di torri e case-torri. -, sono due torri che dominano un incrocio di cinque strade, ognuna delle quali conduce a una porta dalle antiche mura. I nomi delle due torri? Asinelli - la maggiore - e Garisenda - la minore -, nomi che derivano dalle famiglie a cui tradizionalmente se ne attribuisce la costruzione. Nelle giornate terse è imperdibile l’osservazione del fervente brulicare di Bologna dall’alto. Compito dell’ospite è saperla vivere senza dimenticare che Bologna è tanto tradizionalista quanto innovativa, con un fascino antico e con il “nuovo” che emerge a getto continuo ma senza frenesia, con i ritmi rilassati di chi sa di vivere in un luogo dove la cultura, nel senso di sapere ma anche del piacere, dell’eleganza e del vivere bene sono fra le più solide delle istituzioni.



Assodato questo, si può proseguire la scoperta di Bologna e dei suoi tesori, come la Basilica di San Petronio – la chiesa più importante e imponente di Bologna, la Basilica di Santo Stefano è un insieme di edifici sacri che formano il più noto complesso delle Sette Chiese, la Pinacoteca Nazionale, il Museo Civico Archeologico, il Museo Civico Medievale, l’Orto botanico e la Finestrella sul Canale delle Moline: sotto al portico di via Piella, una piccola finestrella si apre su uno scorcio da cartolina: lo scorrere dell’acqua che lentamente e seducentemente lambisce le fondamenta delle case. Di Bologna bisogna cogliere la personalità multiforme, carpendone i segreti più intimi…



Luciana Francesca Rebonato

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