Dolci Natalizi



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Dolce Natale
 

Due i dolci natalizi italiani più famosi, il panettone e il pandoro. Il primo pare sia nato alla corte degli Sforza, signori della Milano rinascimentale: la leggenda intrecciata alla storia narra che il cuoco -incaricato di preparare il dolce natalizio - abbia bruciato il dolce e che il suo aiutante, di nome Toni, ne abbia preparato un altro con gli avanzi, denominato il “pan di Toni”. Un successo, il “pan di Toni”, che dura da secoli e che ha assunto il nome di panettone: un dolce natalizio italiano, tutelato dal 2005 da un disciplinare che ne specifica gli ingredienti e le relative percentuali al fine di poterlo definire tale.



Il pandoro, invece, veronese, pare sia originario della Repubblica Veneta del Rinascimento, quando le ricche famiglie apprezzavano un dolce chiamato “pan de oro” interamente ricoperto di foglie di oro zecchino. Più certa sembra l’ascendenza che lo riconduce all’ottocentesca tradizione veronese del Nadalin, un dolce a forma di stella preparato per Natale. Oltre a questi due “storici” dolci natalizi, ferve un’intensa produzione di dolci italiani, di cui ecco alcune icone: dai classici tronchetti di Natale alla Bisciola - valtellinese, è il pandoro lombardo – allo Zelten, del Trentino Alto Adige, dal Pandolce ligure – con zucca candita, pistacchi e pinoli - al Panspeziale o Certosino – con cioccolato, miele, mostarda bolognese - dell’Emilia Romagna, dalla Gubana – a forma di chiocciola - del Friuli Venezia Giulia al Bostrengo delle Marche e al Panpepato umbro, dal Parrozzo dell’Abruzzo ai Ricciarelli e al Panforte della Toscana – ricoperto di mandorle e farcito con arance e cedri canditi -, dal Pangiallo laziale – con zafferano e ricotta - alle Cartellate pugliesi, dalla Zeppole di Natale della Campania ai Buccellati siciliani e ai Sebadas sardi, con il miele di corbezzolo.



E questi sono “solo” i più famosi. Tutte le località italiane sfornano prelibatezze locali che alle ricette tradizionali miscelano un pizzico di originale e personale apporto creativo. Ce n’è davvero, sensorialmente e letteralmente, per tutti i gusti.

 


Luciana Francesca Rebonato

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