Italia della musica: i grandi classici
La musica classica - nella sua accezione etimologica, ovvero “musica che serve da modello” - è la musica colta occidentale composta nella stagione creativa che va dall’undicesimo secolo e giunge al Novecento. Per dare un ritmo ordinato alle stagioni e agli stili della musica classica, si delineano epoche ben precise con altrettante figure d’autore, soprattutto nel contesto della musica classica italiana, a iniziare dal periodo medievale - dall’undicesimo secolo fino al Quattrocento – che vede spiccare l’importante figura di Guido Monaco (991 ca -1050), conosciuto anche come Guido d’Arezzo, considerato l’ideatore della moderna notazione musicale, mentre il pentagramma viene introdotto da Ugolino Urbevetano da Forlì (1380-1457).
Nella musica rinascimentale - tra Quattrocento e Cinquecento – l’esponente principale è Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525/26-1594), che nel 1554 pubblica il suo primo libro di messe, dedicato al papa Giulio III mentre il passaggio alla musica barocca (Seicento e prima metà del Settecento) lo si deve a Claudio Monteverdi (1567-1643), che scrive il melodramma “L’Orfeo”, una delle prime opere teatrali in cui si sviluppa una trama drammatica. Meno famoso ma altrettanto virtuoso è Giuseppe Tartini (1692-1770), a cui è intitolato il Conservatorio di Trieste: violinista, è stato l’autore della celebre sonata per violino in sol minore “Il Trillo del Diavolo”. Esponente di spicco del tardo barocco veneziano è Antonio Lucio Vivaldi (1678-1741), che contribuisce significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico, senza trascurare l’opera lirica. Le sue composizioni più note sono “Le quattro stagioni”. Arcangelo Corelli (1653-1713) porta all’apice della perfezione lo sviluppo della forma musicale del concerto grosso mentre Antonio Salieri (1750-1825), autore sia di musica sacra sia di melodrammi, è celebre per la sua “L’Europa riconosciuta”, rappresentata per la prima volta in occasione dell’inaugurazione del Teatro alla Scala di Milano il 3 agosto 1778, la stessa opera con la quale è stata riaperta la stagione lirica - nel 2004 - al teatro scaligero dopo un radicale rinnovo. Nella musica classica il classicismo segue il barocco e precede il romanticismo (Ottocento e primi del Novecento), da suddividere in due periodi: il primo romanticismo, con Giuseppe Verdi, Niccolò Paganini, Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti seguito dal tardo romanticismo, con Giacomo Puccini. Giuseppe Verdi (1813-1901) è autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo: dal “Nabucco” al “Rigoletto” passando per “Il trovatore”, “La traviata”, “Don Carlos” e “Aida”.
Niccolò Paganini (1782-1840) è considerato uno fra i maggiori violinisti dell’Ottocento nonché compositore e chitarrista italiano della musica romantica. A Genova, città natale dell’artista, per promuovere l’attività concertistica dei violinisti debuttanti, si svolge presso il Teatro Carlo Felice - dal 1954 - il Premio Paganini. Giovacchino Antonio Rossini (1792-1868) è celebre per la sua poliedricità e per aver spaziato attraverso vari generi musicali, ed è ricordato soprattutto come uno dei grandi operisti, autore di spartiti famosissimi quali “Il barbiere di Siviglia” e “Guglielmo Tell”. Celeberrimi anche “La gazza ladra” e “Semiramide” e a Pesaro viene organizzato annualmente il “Rossini Opera Festival”, seguito da appassionati da tutto il mondo. Vincenzo Bellini – nome intero Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (1801-1835) -, fra i più celebri operisti dell’Ottocento, è anche compositore di musica sacra tra cui la celebre “Dolente immagine” così come sono famose nel mondo le sue “Norma” e “La sonnambula”. Gaetano Donizetti - Domenico Gaetano Maria Donizetti (1797-1848) - è celebrato soprattutto come operista: in tutto il mondo si possono ascoltare le sue più celebri opere “Don Pasquale”, “L’elisir d’amore” e “Lucia di Lammermoor”.
Nel tardo romanticismo italiano spicca Giacomo Puccini - Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini (1858-1924), uno dei massimi operisti della storia. Straordinarie le sue “La bohème”, “Manon Lescaut”, “Tosca”, “Madama Butterfly” e “Turandot”, che ha lasciato incompiuta. Da menzionare “La rondine”, concepita come operetta. Pietro Antonio Stefano Mascagni (1863 –1945), infine, è un compositore e direttore d’orchestra italiano conosciuto soprattutto per la sua “Cavalleria rusticana”.
Luciana Francesca Rebonato
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