Taormina e Messina

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Taormina e Messina, vanti di levante


Sicilia orientale: un libro di storia scolpito nella pietra e pietra – anche lavica – che scandisce il ritmo della storia. Città barocche e icone greche caratterizzano il levante settentrionale dell’antica Trinacria esattamente come il mare cristallino e i suoi fondali da esplorare. In un simile contesto di bellezza spicca Taormina, due ali di farfalla distese sul terrazzo di una rupe a picco sul mare.



 È fra le star delle destinazioni prescelte dai viaggiatori di tutto il mondo e nel corso dei secoli ha sedotto una lunga schiera di scrittori, artisti, reali e jet set internazionale. La vista più spettacolare sulla costa e sull’Etna da Taormina è sicuramente quella dall’antico teatro greco, del III secolo a.C., a perfetto ferro di cavallo, sospeso tra cielo e mare, scenario annuale in luglio e agosto di “Taormina Arte”, kermesse di cinema, teatro e musica. La parete di fondo della scena in mattoni presenta al centro una grossa fenditura che lascia vedere, come fosse un perfetto fondale scenico, la splendida baia di Schisò con l’Etna. Sul promontorio di capo Schisò, che chiude a sud la baia di Giardini Naxos, gli scavi degli anni Sessanta hanno riportato alla luce la più antica colonia calcidese della Sicilia, da visitare passeggiando fra i limoni.

Azzurro vivido, invece, è il colore delle acque che lambiscono la sua celebre spiaggia. Da non perdere, con partenza da Taormina, è l’isola Bella: minuscola, lussureggiante e riserva naturale del WWF. In una baia all’estremità settentrionale della costa ionica siciliana, invece, si staglia Messina: grande, vivace, con un centro cittadino ampio, viali maestosi, eleganti palazzi di inizio Novecento e una delle più incantevoli cattedrali di tutta la Sicilia. Messina è – ed è sempre stata- identificata con lo stretto, il sottile tratto di mare che separa la Sicilia dalla penisola. Gli antichi greci, a cui era nota come Zancle - falce – per la forma del suo porto, mitizzarono le correnti contrarie dello Stretto di Messina identificandole con i mostri marini Cariddi – il vortice – e Scilla, il mostro a sei teste.

La linea dei monti e della costa disposta a falce - come negli sfondi delle tavole dipinte da Antonello da Messina – può ancora suggerire il ruolo di crocevia con l’Oriente che la città ebbe nel suo passato e la vocazione di apertura all’Europa come forse nessun’altra città siciliana. Prima di esplorare la straordinaria natura del territorio, è d’obbligo una visita a Messina e al suo duomo, gioiello di architettura normanna al cui interno sono custodite opere preziose come un altare riccamente scolpito e un organo intarsiato, il terzo in termini di grandezza di tutta Europa. Altre icone prestigiose, come la manta d’oro - del 1659, cesellata da Innocenzo Mangano per coprire le immagini sacre durante le celebrazioni religiose -, sono custodite nel Museo della cattedrale. All’esterno, un campanile di sessanta metri sfoggia un orologio astronomico costruito a Strasburgo e inaugurato nel 1933.



 Di fronte al campanile si trova la cinquecentesca Fontana di Orione, in marmo chiaro, che raffigura il mitico Orione, fondatore di Messina. Nei pressi, in piazza Catalani, la chiesa della SS. Annunziata dei Catalani, a tre navate e con – sulle laterali e nel transetto - volte a crociera, è un gioiello dell’architettura arabo-normanna. Imperdibile, per un routing d’arte, il Museo Regionale che ospita dipinti di altissimo valore fra i quali il Polittico di San Gregorio realizzato da Antonello Messina, la Madonna con Bambino e santi dello stesso artista e due tele di Caravaggio, L’Adorazione dei Pastori e la Risurrezione di Lazzaro.


Luciana Francesca Rebonato

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