Matera

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Matera, sassi da Unesco

Si stagliano all’improvviso, quando si giunge a Matera dopo aver attraversato distese ondulate di grano interrotte da ulivi: sono i celebri “Sassi di Matera”, uno spettacolo di strade tortuose, ampie scalinate, stretti passaggi che salgono alle case sovrapposte le une alle altre tanto che la terrazza di una corrisponde al tetto di quella sottostante. Tutt’intorno, cave di tufo scintillanti al sole, anfratti, grotte, palazzi e chiese anch’esse quasi sempre scavate nella roccia di una profonda gravina così come i loro elementi di rilievo, pilastri, colonne, absidi, cupole.



Un mondo a sé stante, un impianto urbanistico unico nel suo genere - visitabile a piedi ma in alcuni punti anche in automobile - che offre impagabili scorci sui due avvallamenti del Sasso Caveoso e del Sasso Barisano, separati dallo sperone sul quale si erge il Duomo. Un duomo costruito nel 1230 in posizione sopraelevata e in perfetto stile romanico-pugliese, dall’elegante ed elaboratissimo rosone centrale. Matera, infatti, non è solo Sassi: gli ingredienti della sua seduzione sono anche le chiese romaniche del XIII secolo e quelle barocche del secondo Seicento, il Museo Archeologico Nazionale che stigmatizza i successi degli scavi e il Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, che consente anche un excursus su Carlo Levi, autore del romanzo – da cui fu tratto il film – “Cristo si è fermato a Eboli”. Oltremodo interessanti sono i palazzi di Matera, a iniziare da palazzo Lanfranchi, dalla secentesca e asimmetrica facciata – a causa del desiderio dell’allora vescovo di inglobare nella nuova costruzione i preesistenti convento e chiesa del Carmine -, per proseguire con palazzo del Sedile - eretto nel 1540 per le adunanze comunali, dall’imponente arco fiancheggiato da due torri campanarie - seguito a ruota dal palazzo dell’Annunziata, dalle maestose arcate e dal giardino pensile in posizione panoramica.




 E a proposito di spazi aperti, per itinerari oltre le rotte comuni, si consiglia di andare al Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, a una trentina di chilometri da Matera, uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia, caratterizzato da roccia tenera segnata da profondi solchi che disegnano rupi, forre e grotte. E chiese. Ce ne sono dappertutto: l’ultimo censimento ne ha contate oltre centocinquanta, risalenti in gran parte all’VIII e al IX secolo.


Luciana Francesca Rebonato

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