Torino: ieri, oggi domani
Scelte architettoniche audaci, progetti avveniristici, colossali spazi per mostre ed esposizioni. Torino è cambiata, e ha iniziato il suo percorso a partire dalla metà degli anni Novanta, poi è arrivata l’accelerazione delle Olimpiadi del 2006.
I presupposti c’erano tutti: le solenni architetture sabaude, la grandeur da ex capitale politica, il rigore da epicentro intellettuale, la quinta delle Alpi, la vicinanza al loisir delle Langhe e la voglia di novità. E così è stato: è bello oggi percorrere Torino e soffermarsi sui sanpietrini su cui meditava Cavour, elaborava teorie politiche Gramsci e dava i primi cenni di follia Nietzsche. A Torino il nuovo si intreccia sapientemente al passato nell’arazzo urbano in cui campeggia piazza Castello e sulla quale prospettano secoli di storia con palazzo Madama – restituito agli antichi fasti dopo diciotto anni di restyling - e Palazzo Reale, tanto lineare fuori, tanto ricco dentro con lo sfarzo della passata vita di corte. Poco lontano, piazza San Carlo. Più che una piazza è una coppa prelibata da sorseggiare con calma, sensibili al gioco dei singoli componenti come all’eccellenza dell’insieme. È il “salotto” di Torino, un palcoscenico barocco con due ali porticate e costellate di caffè storici. Viaggio nel multimediale, invece, nella Mole Antonelliana: l’eccentrico simbolo della città, parte integrante dello skyline di Torino, promuove oggi la settima arte ospitando il Museo Nazionale del Cinema, il più suggestivo, divertente e interattivo dei musei torinesi.
Altra imperdibile collezione cittadina è il Museo Egizio, il più importante del mondo dopo quello del Cairo. Spazio al presente con l’arte contemporanea a iniziare dalla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – con 45.000 opere fra dipinti e sculture dal Settecento a oggi e anche con le circa 40 sale del Museo d’Arte Contemporanea, ospitato nel castello di Rivoli. Imperdibile è il Museo nazionale dell'automobile di Torino, fra i più importanti e antichi musei dell'automobile del mondo, una calamita irresistibile per gli appassionati delle quattro ruote.
Richiami esoterici, invece, per la Torino che secondo gli esperti sorge nel punto in cui s’intersecano canali di energia che solcano la superficie del pianeta: da qui deriva la convinzione che la città sia teatro di una lotta tra le forze del bene e quelle del male. Volendo visitare Torino sotto l’egida del mistero ci si deve recare in due luoghi “positivi”: il primo è la chiesa della Gran Madre, oltre il ponte Vittorio Emanuele, seguita dalla fontana delle Quattro Stagioni. Relativamente alla chiesa si narra che il luogo dove sorge conservi le tracce di un tempio dedicato alla dea egizia Iside mentre una delle statue che precede la chiesa – l’allegoria della Fede che alza nel pugno un calice – indicherebbe il sito dove è nascosto il Sacro Graal, il calice dell’Ultima Cena. La fontana, invece, è detta anche “fontana Angelica” e viene interpretata come la “porta dell’infinito”.
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