Trapani e dintorni

 

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Trapani e dintorni: bagli, mare e saline

Sicilia nord occidentale: un mosaico di sole e di oro, pennellate di verde e, sulla costa, un mare di azzurro. Tra Alcamo e Trapani, nell’entroterra, colli rocciosi e paesaggi lunari incorniciano l’ampia pianura che, con le saline e gli infiniti vigneti, si estende verso il mare sino a Marsala. E una mezzaluna sembra il disegno del Golfo di Castellammare, nel quale sorge Castellammare, nel cui porto troneggiano i resti di un castello saraceno. Sempre nel golfo si trova Scopello, piccolo borgo costruito intorno a un baglio – costruzione rurale siciliana cinta da mura e formata da edifici che si aprono su un ampio cortile interno – che domina la tonnara sulla spiaggia sottostante. Con il suo agglomerato di case bianche e vie lastricate, la località ricorda le commedie italiane in bianco e nero degli anni Cinquanta.



Da Scopello ci si dirige alla Riserva Naturale dello Zingaro, la prima area protetta istituita in Sicilia, rifugio anche della rara aquila di Bonelli così come di altre quaranta specie di uccelli e di settecento varietà di piante mediterranee. Piante di carrubo e macchie di euforbia rivestono i fianchi delle colline mentre baie appartate regalano, a chi vi si reca, il senso del tempo “sospeso. Nella Riserva dello Zingaro sono importanti anche le tracce lasciate dall’uomo come la grotta dell’Uzzo, la torre dell’Impiso e la Tonnarella. Lunga, bianca, sabbiosa e incorniciata da alture rocciose è la spiaggia di San Vito lo Capo, protagonista ogni anno a settembre dell’internazionale “Cous Cous Fest”. San Vito Lo Capo, dal mare terso e cristallino, era già in epoca romana un importante centro marinaro come testimoniano i resti di vasche per la pescicoltura, rimasti presso la tonnara.

E arriviamo ora a Trapani, adagiata su una lingua di terra che si protende nel mare come una falce, con le sue vie disseminate di palazzi barocchi e chiese imponenti. Fra queste spicca la chiesa del Purgatorio, che conserva i cosiddetti Misteri di Trapani: venti gruppi lignei del XVIII secolo con personaggi a grandezza naturale che rappresentano le storie della Passione di Cristo e che il Venerdì Santo – da oltre 400 anni - vengono portati in processione pasquale, la più sentita in Sicilia. Il porto di Trapani è sorvegliato dal leggendario Monte Erice, 750 metri sul livello del mare: raggiungibile anche in funicolare, è un borgo medievale pervaso di magnetismo, con vista a perdita d’occhio sulla vallata sottostante e sul mare. Virgilio paragonò Erice al Monte Athos per l’altitudine e l’importanza spirituale che rivestiva e il luogo conserva tuttora un’aura magica grazie alla presenza di vicoli, nicchie votive e cortili “segreti”.



A sud di Trapani si distendono infinite e pianeggianti saline, con le bianche collinette di sale grezzo e i mulini a vento, mentre sul mare si stagliano le isole e sottocosta si innalzano i faraglioni. Il paesaggio è affascinante e anche gli antichi edifici costruiti dall'uomo per l'industria del sale sono parti fondamentali della riserva. La visita è un viaggio fra vasche, canali, mulini, bagli antichi e camminando lungo gli argini, i suoni che si possono percepire appartengono alle onde del mare, al vento e ai richiami dei gabbiani. Dal sale si passa al vino e quindi – sempre a sud di Trapani – a Marsala, conosciuta per la produzione del suo pregiato vino da dessert – incominciata alla fine del XVIII secolo dall’inglese John Woodhouse - e per lo storico sbarco di Garibaldi con tutti i suoi Mille nel 1860.


Luciana Francesca Rebonato

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